Le doppie | S oppure Z? |
CE oppure CIE? | GN oppure N? |
GE oppure GIE? | SCE oppure SCIE? |
Gli apostrofi | Uso degli accenti |
Le consonanti che non raddoppiano mai sono: X W H e Q
Z e G non raddoppiano mai davanti a..-ione. Es:
ORGANIZZAZIONE
(Fa eccezione: LOGGIONE)
Sta al posto di una vocale che è stata eliminata per evitare un brutto
suono; Es: LA ARTE >> L'ARTE.
Vengono apostrofati:
- Gli articoli: l'uva, l'olio, un'arma... ATTENZIONE: col plurale, si eviti di mettere l'apostrofo: le uve (e non l'uve), gli oli ( e non gl'oli)... Però GLI davanti a I si può apostrofare: Gl'interventi...)
- Le preposizioni articolate: dell'aria, nell'ombra...
- Qualche volta gli aggettivi bello, grande e santo: bell'uomo, sant'uomo, grand'uomo...
- Tutto, questo e quello con parole al singolare: tutt'uno, quest'altro, quell'uomo...
- La preposizione di davanti alle vocali: casa d'altri, aceto d'uva...
- La particella CI davanti a E e I: c'è, c'era, c'incontriamo...
- Le particelle NE, MI, TI, SI e VI: s'illude, non ce n'è, non t'amo...
- Alcune parole di due sillabe: quant'è?, dov'è? dev'essere, mezz'ora...
PROBLEMA: come si forma il plurale dei nomi che terminano in -...CIA
(farmacia) e -...GIA (ciliegia)?
RISPOSTE:
- C'è una regola pratica: se ...CIA e ...GIA sono precedute da VOCALE, il plurale è ...CIE e ...GIE. Per esempio: acacia >> acacie; valigia >> valigie.
- Se ...CIA e ...GIA sono precedute da CONSONANTE, il plurale si forma in ...CE e ...GE. Per esempio: roggia >> rogge; freccia >> frecce.
- Sappi però che:
- Alcune parole accettano due soluzioni: ciliegia >> sia ciliege che ciliegie; provincia >> sia province che provincie.
- La lingua italiana sta evolvendo e tende ad eliminare la I nelle parole al plurale (quindi meglio ciliege e province)
- Alcune parole conserveranno la I per evitare confusioni con altre parole. Esempio: camicia manterrà la I nel plurale (camicie), per evitare confusioni con càmice.
E' OBBLIGATORIO METTERE L'ACCENTO...
- sui nomi composti con ...blu, ...re, ...su e ...tre. Esempi: Barbablù, viceré, lassù e ventitré.
- su tutte le parole tronche (il cui accento cade sull'ultima sillaba). ES: bontà, portò, città. Fai particolare attenzione al Passato Remoto, che abbonda di accenti (udì, cullò, servì, andò, ...)
- sui monosillabi con dittongo ascendente. ES: scià, può, già, ciò...
- su alcune parole che, grazie all'accento, non si confondono con altre. ES: è (essere), là (avverbio di luogo), dà e dànno (verbo dare), dì (giorno), lì (avverbio di luogo), sé (particella pronominale), sì (affermazione), né (congiunzione), tè (bevanda).
NON SI DEVE METTERE L'ACCENTO...
- sugli altri monosillabi: mi, su, fa, sa, so, sta, sto, qui e qua.
ATTENZIONE: l'Imperativo Presente di FARE, è FAI. Si può sostituire la I
con un APOSTROFO e scrivere FA'. Stessa cosa con VAI >> VA' (queste però
non sono parole accentate, ma apostrofate).
Si usa quasi sempre SCE. Ci sono
alcune eccezioni molto importanti:
scienza e tutti i derivati
(scienziato..)
coscienza (incoscienza,
incosciente..)
Usciere
Scie, (plurale di scia)
Fatta eccezione per gli Emiliani ed i Romagnoli, la distinzione tra S e Z è
abbastanza evidente agli altri italiani...
Sono più numerose le parole con GN.
Le parole con NI sono spesso di origine latina: Campania, genio, colonia...
Ricorda: dopo il gruppo GN, non si
mette la I ( Impegno, ingegno, sdegno..). Ci sono però delle eccezioni:
- quando il gruppo GN ha l'accento tonico (compagnìa...)
- quando si trova nei verbi che terminano in ...gnare (sognare: sogniamo; disegnare: disegniamo...)