1. Il periodo è una frase o un insieme di frasi collegate tra loro per formare un messaggio di senso compiuto. La frase è formata da una o più proposizioni.
  2. In un periodo il numero delle proposizioni corrisponde al numero di verbi (predicati) di modo finito (espressi o sottintesi) o di modo indefinito che possono però ridursi in modo finito.
  3. Le proposizioni possono essere:
    1. principali (= indipendenti) se il verbo si regge da sé;
    2. secondarie (= subordinate) se il verbo dipende da altro verbo.
    3. coordinate se due o più proposizioni principali e due o più proposizioni secondarie vengono collegate in modo da mantenere la stessa natura. La coordinazione può essere per asindeto (senza congiunzioni) o per polisindeto (mediante congiunzioni copulative o disgiuntive o avversative).
  4. Il periodo può essere:
    1. semplice, se formato da una sola proposizione principale;
    2. complesso, se formato da una proposizione principale e da una o più proposizioni secondarie;
    3. composto, se formato da più proposizioni principali e da una o più proposizioni secondarie.
  5. Le proposizioni principali possono avere solo verbi di modo finito.
  6. Le proposizioni secondarie possono avere verbi sia di modo finito(forme esplicite) che di modo indefinito (forme implicite).
  7. Le proposizioni secondarie possono essere:
    1. di 1 ° grado, se dipendono da una prop. principale;
    2. di 2° grado, se dipendono da una prop. secondaria di 1° grado; (...e via di seguito...3° grado, 4°...)
  8. La proposizione dalla quale dipende una subordinata è detta reggente.
PROPOSIZIONI SUBORDINATE:
  1. Soggettiva
    La proposizione soggettiva fa da soggetto alla proposizione reggente ("Sembra che il tempo si metta al brutto."). E' introdotta da forme impersonali (sembra... pare...;  si dice... si pensa...; è giusto... è necessario...).
    Nella forma esplicita sono introdotte da che e vogliono il verbo al modo indicativo o congiuntivo (talvolta il condizionale).
    Nella forma implicita hanno l'infinito preceduto o meno dalla preposizione di.
  2. Oggettiva
    La proposizione oggettiva fa da complemento oggetto ad una proposizione reggente ("Dicono che è tardi.").
    Nella forma esplicita come in quella implicita è identica alla soggettiva.
  3. Relativa
    La proposizione relativa si collega alla reggente con un pronome relativo.
    Le proposizioni relative possono essere proprie e improprie: quelle proprie possono essere trasformate in attributi o apposizioni ("Cipollini, che è un grande sprinter, ha battuto il record di Binda""). Quelle improprie hanno la forma delle proposizioni relative, ma hanno la funzione di altre proposizioni (causale, finale, temporale, consecutiva e concessiva. Esempio: chiamerò qualcuno che mi spieghi... ha il valore di una finale). Nella forma implicita sono espresse con un participio ("Luca, amante del cinema -= che ama il cinema-, va in sala tutte le sere").
  4. Finale
    La proposizione finale indica il fine per cui si compie l'azione della proposizione reggente ("Vanno a casa affinché si asciughino i vestiti").
    Nella forma esplicita si esprime con perché, affinché,  per far sì che... e il congiuntivo.
    Nella forma implicita si esprime con l'infinito preceduto dalle preposizioni per, di, a. ("Leggo il libro per divertirmi").
  5. Causale
    La proposizione causale indica la causa per la quale avviene o non avviene ciò che è espresso nella proposizione reggente ("Non acquistò il quadro perché costava troppo").
    Nella forma esplicita si esprime con poiché, perché, giacché, dal momento che... e il modo indicativo.
    Nella forma implicita si forma col participio passato ("Eliminato dal torneo, se ne tornò a casa"), oppure col gerundio semplice (se l'azione è contemporanea a quella della reggente) e col gerundio composto (se l'azione è anteriore: "Avendo speso tutti i soldi, dormì sotto i ponti").
  6. Consecutiva
    La proposizione consecutiva indica la conseguenza di quanto si afferma nella reggente della quale fa parte un avverbio che annuncia la conseguenza ("Era così distratto che spesso usciva in ciabatte").
    Nella forma esplicita si forma con che (così tanto che, al punto che...) e il modo indicativo.
    Nella forma implicita è introdotta dalla preposizione da, + verbo all'infinito ("Ho mangiato da scoppiare").
  7. Temporale
    La proposizione temporale indica una circostanza di tempo in cui avviene quanto è detto nella proposizione reggente ("Ho avvertito una forte scossa di terremoto, mentre leggevo tranquillamente." 
    Nella forma esplicita si forma con locuzioni e congiunzioni temporali e l'indicativo. Si usa il congiuntivo quando inizia con prima che
    Nella forma implicita si forma con l'infinito o il gerundio.("Andando a casa ho incontrato Mario").
  8. Concessiva
    La proposizione concessiva indicano una condizione (vera o supposta) in contrasto con quanto si afferma nella reggente. Essa equivale al complemento concessivo. ("Benché sia cresciuto, ancora non si allaccia le scarpe ").
    Nella forma esplicita si esprime con quantunque, nonostante, benché, quand'anche, sebbene... e il congiuntivo.
    Nella forma implicita con pure + il gerundio ("Continuò ad insistere pur avendo visto la stanchezza della madre");
    Oppure con benché, sebbene, pur... + participio passato ("Benché dimenticata da anni, l'immagine tornò viva alla sua memoria"). 
  9. Condizionale
    La proposizione condizionale esprime la condizione necessaria perché si verifichi quanto viene detto nella reggente ("Se guarderò la televisione, mi addormenterò sul divano".
    Nella forma esplicita si forma con se e l'indicativo (quando la condizione è reale), oppure con il congiuntivo (se la condizione è possibile o irreale).
    Nella forma implicita si forma con il gerundio ("Partendo tardi, perderemo il treno").

    La proposizione condizionale insieme con la reggente forma il periodo ipotetico che può essere di tre tipi:
    1 ° tipo o della realtà ("Se mi chiami, ti rispondo");
    2° tipo o della possibilità ("Se mi procurassi più soldi, comprerei un CD");
    3° tipo o della irrealtà ("Se mio nonno fosse vivo, mi racconterebbe le fiabe").

    Nel periodo ipotetico la proposizione condizionale si chiama protasi, quella reggente apodosi .
  10. Modale
    La proposizione modale indica il modo in cui avviene ciò che è detto nella reggente ("La festa è finita come tutti si aspettavano").
    Nella forma esplicita è' introdotta da come, nella maniera che, comunque, quasi che... ed è all'indicativo se esprime certezza, o al congiuntivo o al condizionale per esprimere dubbio, possibilità ("Vi hanno consultati come foste stati esperti.")
    La forma implicita è espressa dal gerundio o dall'infinito preceduto da con oppure a ("La lettera iniziava omettendo i saluti"); ("La lettera iniziava col saltare i saluti").
  11. Comparativa
    La proposizione comparativa stabilisce un paragone con quanto viene detto nella proposizione reggente ("Il voto ottenuto è più alto di quanto mi aspettassi").
    Nella forma esplicita è introdotta dalle espressioni di quanto, di quello che, piuttosto che, come se e vogliono il verbo al modo indicativo o congiuntivo.
    Nella forma implicita sono formate da che + infinito ("Niente mi è più gradito che fare una bella nuotata").
  12. Avversativa
    La proposizione avversativa indica un fatto o una situazione che risultano contrapposti a quello che viene detto nella reggente ("La giornata è stata bellissima, mentre noi l'aspettavamo piovosa").
    Si usa soprattutto nella forma esplicita. E' introdotta dalle congiunzioni mentre, quando, laddove e vuole il verbo di modo indicativo.
  13. Strumentale
    La proposizione strumentale indica il mezzo con il quale si realizza l'azione espressa dalla reggente ("La produzione scritta si migliora leggendo molto.")
    Esiste solo nella forma implicita. Di solito è formata col gerundio, più raramente con un infinito preceduto dalla preposizione con + articolo ("Con il mangiare si soddisfa un bisogno fondamentale").
  14. Limitativa
    La proposizione limitativa indica i limiti di ciò che viene detto nella reggente ("Per quel che ne so io, mi sa tanto che sarà bocciato").
    La forma esplicita è introdotta da per quello che, per quanto, secondo che... e i verbi sono all'indicativo o al congiuntivo.
    Il verbo è all'infinito nella forma implicita ed è preceduto da a, per, in quanto a ("A cantare, tutti si credono divi...").
  15. Interrogativa indiretta
    La proposizione interrogativa indiretta formula una domanda in forma indiretta, cioè dipende da un verbo come "chiedere", "domandare", e non ha un punto interrogativo alla fine. ("Dimmi dove sei andato."; "Chiedigli se parte oggi.")
    Può essere introdotta da:
    pronomi o aggettivi interrogativi: chi, quale, quanto;
    avverbi interrogativi: dove, da dove;
    congiunzioni che esprimono dubbio o interrogazione: quanto, come, perché, se.
    Nella forma esplicita, si usa l'indicativo quando si suggerisce un'informazione ("Dimmi chi ti ha infastidito."); si usa il congiuntivo se si esprime un dubbio ("Non so chi stia vincendo."); infine si usa il condizionale se la proposizione è introdotta da se ("A queste condizioni, non so se accetterebbe la scommessa").
    Nella forma implicita il verbo è all'infinito ("Non sapevo come spiegarglielo.").